“Gli allenamenti individuali la nostra battaglia legale alla discriminazione”
“Il 10 gennaio ha segnato il de profundis dello sport italiano, con la battaglia tra no vax e si vax acuita da un provvedimento vergognoso e discriminatorio, che vieta a milioni di ragazzi minorenni dai dodici anni in su sprovvisti di Gp rafforzato di proseguire nella loro passione. Che sia essa calcio, basket, volley o qualunque altra disciplina, siamo arrivati al ricatto sociale che spazza via anni di battaglie sull’importanza dell’attività sportiva come difesa immunitaria naturale dei nostri ragazzi. E il colpevole silenzio di istituzioni, sportive e non, che hanno accettato supinamente un decreto folle, rende tutti complici della morte conclamata dello sport italiano”.
Le parole, dure e nette, provengono dal presidente della Boca Civitanova Emanuele Trementozzi, da anni impegnato nella promozione del calcio maschile e femminile e del futsal, sempre in prima linea a difesa dei diritti di tutti gli sportivi.
“La vergogna primaria è nel tipo di comunicazione che è stata adottata, senza prevedere minimamente i permanenti danni psicologici verso i quali andranno incontro i nostri ragazzi – prosegue Trementozzi – In primis hanno messo l’un contro l’altra la sponda favorevole e contraria alla vaccinazione, tirando dentro milioni di ragazzini che non hanno alcuna colpa o facoltà deliberativa in merito. Perchè, ricordiamolo, dai 12 ai 18 anni compiuti sono sotto la legittima patria potestà e quindi, oggi, si colpisce il giovane per costringere l’adulto. Inoltre hanno permesso, così facendo, di far sentire discriminati ed esclusi tutti coloro che, giovanissimi non rafforzati da un GP, stanno approcciando al mondo dello sport con impegno e dedizione. Inoltre, ed è ancora più grave, hanno delegato il ruolo di kapo alle società sportive che, oltre a perdere il loro patrimonio umano, sono costrette a pronunciare quella fatidica frase che non tornava in auge dagli anni 40: TU NON PUOI ENTRARE. Erano gli anni delle leggi razziali, dei divieti di accesso a luoghi pubblici e delle spie dei vicini per accaparrarsi le simpatie nazionalsocialiste. Oggi, la storia, ha completato un giro su se stessa con metodi e coercizioni d’altri tempi. Ieri si moriva prima nello spirito e poi nella carne. Oggi, con rabbrividente similarità, si muore nello spirito ma, per chi fa sport come strumento di socialità e divertimento, sarà anche come morire fisicamente”.
Ecco che entra in gioco, allora, il coraggio e l’approfondimento normativo della società sportiva, di qualunque disciplina essa sia, chiamata a difendere se stessa e i propri ragazzi. E la Boca, che non ha paura di esporsi per difendere il diritto allo sport, grazie ad Aics, ente alla quale è affiliata da anni, ha trovato la soluzione legale per non piegarsi al ruolo di esclusivista sociale.
“Nella serata di lunedì abbiamo ricevuto da Roma il nuovo protocollo attuativo – afferma il presidente Emanuele Trementozzi – con relativi chiarimenti alle FAQ del governo, richiesti e ottenuti dal Covid Manager nazionale dell’Ente. E il protocollo parla chiaro:”Sono ammesse le attività individuali, senza contatto, anche all’interno dei centri e circoli sportivi, per gli atleti sprovvisti di certificazione verde rafforzata, qualora l’attività venga svolta all’aperto. E, per attività individuale, si intende anche quella di gruppo o collettiva, purché nel rispetto dei distanziamenti e senza contatto”.
Un protocollo ufficiale che abbiamo studiato e analizzato a fondo, decidendo per il proseguo dell’attività all’aperto anche per i non possessori di GP rafforzato, adeguandoci alla normativa e alle nuove metodologie di allenamento.
“Torniamo indietro di un anno abbondante – afferma Trementozzi – vorrà dire che organizzeremo sedute individuali, senza contatto, all’aperto, permettendo a chi non ha il GP rafforzato di proseguire il suo sogno. Vieteremo partitelle finali e tutte quelle metodologie che prevedono contatto tra gli atleti, limitandoci ad esercizi di tecnica individuale che sono ammessi dal protocollo. E, ovviamente, limiteremo l’utilizzo degli spogliatoi a i soli possessori di GP. Ma, su tutto il resto, proseguiremo l’attività senza dover cacciare nessuno dal nostro centro sportivo”.
E, a tal proposito, Trementozzi rimarca un grande gesto di solidarietà che ha caratterizzato la Boca nell’ultimo allenamento dell’Under 12. “Ho avuto l’onere di guidare la seduta vista l’assenza del mister titolare della panchina e ho, prima di tutto, raccolto intorno a me le ragazze – afferma il dirigente gialloblu – Ancor prima di iniziare le esercitazioni ho spiegato loro il motivo dell’assenza di partita finale e ho chiesto loro di essere squadra, anche nelle difficoltà. E tutte, anche quelle che avrebbero avuto accesso al contatto, hanno dimostrato grande sensibilità nel capire la situazione e non far sentire escluse alcune compagne. Abbiamo così impostato, tutti insieme, un allenamento individuale, dove nessuna si è sentita diversa e discriminata. In quei momenti, sono sincero, mi sono emozionato e ho capito quanta forza abbiamo questi giovani, che hanno fatto gruppo sull’altare supremo dell’uguaglianza, che è quello che lo sport ci insegna da sempre”.
La chiusura del presidente xeneize è ancora una volta un messaggio di lotta e speranza, che la Boca farà sempre suo a difesa dello sport. “Le battaglie le facciamo mettendoci la faccia, non nascondendoci – conclude Trementozzi – abbiamo sempre agito nella legalità, mostrando coraggio e determinazione. Ci tiriamo fuori da logiche combattive tra sì e no vax, perché non ci interessano. Noi lottiamo per lo sport, i suoi valori, i suoi ideali e la sua finalità psicofisica: la Boca, TU NON PUOI ENTRARE, non lo dirà mai neanche ai cani randagi. Figuriamoci se lo farà con bambini e bambine di 12 anni e, grazie a questo protocollo attuativo emanato da Aics, potrà farlo sentendosi libera e orgogliosa di rispettare le regole che realmente esistono e non solo quelle che vengono volutamente messe a conoscenza. Perchè la conoscenza e l’istruzione hanno sempre posto vieti alle derive della storia e il futuro sarà di chi ha lottato, non di chi si è piegato facendo finta di nulla sulle spalle di milioni di minorenni ai quali stanno provando a distruggere la loro passione. Noi lotteremo sempre a difesa dei nostri ragazzi, perché di campi e cancelli chiusi ne abbiamo già visti abbastanza nel corso degli anni”.